Le donne della corte di Tripoli

Richard Tully operò a Tripoli nel 1785, come funzionario consolare britannico nell‘Impero Ottomano e console generale di sua maestà britannia presso la corte tripolina. Le sue memorie forniscono un completo ragguaglio sulle abitudini della corte di Alì Karamanli, pashà di Tripoli, in un’epoca in cui la città serbava vivi aspetti del suo splendore ma già mostrava tutti i germi della decadenza che doveva poi colpirla. Tully vi risiedette per dieci anni e, per i suoi doveri, venne a trovarsi a stretto contatto con la famiglia dei Karamanli, potendone poi raccontare abitudini e particolari piccanti. Ciò che secondo il console britannico differenziava la corte tripolina dalle altre barbaresche era la maggiore libertà che in essa era lasciata alle donne della famiglia reale. Esse si occupavano degli affari di stato in un’atmosfera di gelosie e intrighi su cui era pesante l’ombra ottomana. Il pashà, infatti, da secoli prendeva in moglie solo straniere, per lo più schiave greche, armene ...