L'Abbazia di Santa Maria delle Carceri

 





L'abbazia delle Carceri d'Este nacque nel 1189 per opera dei Canonici Portuensi di San Agostino.

Prima della loro venuta in situ vi era solo una piccola chiesetta plebana, ad uso della locale comunità.

Uomini saggi dicono che il battistero è ancora, almeno nelle sue strutture murarie, quello pre-1189.

È interessante notare come la costruzione del complesso Abazziale non comportò l'impossibilità per i carceroti di assistere alla celebrazione delle funzioni religiose al suo interno, la Chiesa rimase parrocchiale di Carceri, e tale continua ad essere nel 2024.

I Portuensi di San Agostino, oltre ad ingrandire la chiesa, realizzarono il primo chiostro in stile romanico.

Nel 1407 Papa Gregorio XII trasferì il possesso e la cura della chiesa e del momastero al monaci Camaldolesi che la ressero fino alla fine del XVII secolo. 

Questi ampliarono le strutture dell'Abbazia aggiungendo altri 3 chiostri ed una grande Casa Abbaziale.

Nel 1690 Papa Alessandro VIII soppresse il cenobio, trasferendone la proprietà alla Veneta Serenissima Repubblica che, vendendolo all'asta, avrebbe ricavato danari da usare nella guerra contro il Turco.

Il complesso, 4 chiostri + 1 chiesa + alcune migliaia di campi coltivati li intorno, fu acquistato dalla potentissima famiglia dei Carminati.

Padroni di Carceri i Carminati si dedicarono con amore a quella che era la loro Vera Vocazione, ovvero sperperare sistematicamente il denaro che avevano ereditato, come dice l'antico adagio 


" schei de so pare e serveło de merda "


compensando le perdite subite al tavolo da gioco con progressive alienazioni di parti della loro proprietà. 

Dopo solo 261 anni di questo malcostume, l'ultimo membro della, un tempo potentissima, famiglia, ridotto nella più squallida miseria, fu costretto a vendere, per uno sputo, alla Parrocchia di Carceri tutto ciò che gli restava, ovvero i resti fatiscenti di quello che un tempo fu uno dei più grandi centri religiosi della Terra.

Dopo una serie vorticosa, a tratti persino bizzarra, di tentativi di riutilizzo nella seconda metà degli anni novanta un gruppo di volontari si è impegnato alla ristrutturazione del monastero e della foresteria per riportare l'Abbazia al suo antico splendore. 

All'interno del complesso architettonico è stato realizzato un piccolo, ma affascinante, museo etnografico.


Considerazioni sul prezzo


Sopra ho scritto che nel 1690 Papa Alessandro VIII aveva soppresso il Monastero Camaldolese delle Carceri d'Este trasferendone la proprietà alla Veneta Serenissima Repubblica affinchè, vendendolo all'asta, ricavasse danari da usare nella guerra contro il Turco ma non entravo nel merito della somma pagata.

Rimedio ora scrivendo che il tutto venne acquistato per 213.796 Ducati, tanti dannati & subito!!

Proviamo a calcolare una " stima " moderna di quei 213.796.

Secondo Francesca Trivellato, " Fondamenta dei vetrai - lavoro, tecnologia e mercato a Venezia tra Sei e Settecento ", nel decennio 1680/89 un operaio specializzato nelle fornaci di Murano percepiva una retribuzione media " teorica " di 12763 Soldi di Lira all'anno.

Ho scritto " teorica " perché si tratta di valori calcolati moltiplicando la paga giornaliera per un valore ipotetico di 264 giornate lavorative annue.

Utilizzando questo valore, e ricordando che il Ducato era una moneta di conto del valore di 6 Lire e 4 Soldi, ricavo che quei 213.796 Ducati corrispondono alla paga di 548.368 giornate lavorative. 

Prima dell'invenzione della luce elettrica erano lavorative tutte le ore diurne, ma alle nostra latitudine, del Veneto, si può calcolare una media annua di 12 ore da cui, detraendo le pause, si arriva a 9,5.

Quelle 548.368 giornate corrispondono quindi a 5.209.496 ore lavorative.

Nel 2024 il pagamento tramite voucher di un simile monte ore implica al minimo una spesa di 46,9 milioni di Euro. 


Considerazioni sul prezzo bis


Sopra scrivevo di come l'ultimo discendente della, un tempo potentissima, famiglia Carminati, ridotto nella più squallida miseria, era stato costretto a vendere, per uno sputo, alla Parrocchia di Carceri tutto ciò che gli restava, ovvero i resti fatiscenti di quello che un tempo fu uno dei più grandi centri religiosi della Terra.

Aggiungo ora qualche ulteriore particolare. 

La cifra pattuita era di 4.000.000 di Lire dell'epoca, corrispondenti, adeguando l'importo all'inflazione, a 58.228€ del 2005.

Secondo Alberto Baffigi, " Il PIL per la storia d'Italia ", il reddito medio procapite nel 1951 era pari a 4348€ del 2005.

La cifra pagata dalla Parrocchia per l'acquisizione del complesso corrispondeva quindi a 13,4 volte il PIL pro-capite dell'epoca.

A titolo di paragone dico che nel 2023 questo rapporto corrisponde ad una cifra pari a 473.700€, appena l'1% della somma spesa nel 1690 per l'acquisto del complesso!! 😲


Autore articolo e foto: Enrico Pizzo 


Bibliografia:


Alberto Baffigi, " Il PIL per la storia d'Italia "

Francesca Trivellato, " Fondamenta dei vetrai - lavoro, tecnologia e mercato a Venezia tra Sei e Settecento "

Maria Sole Crespi, " Il monastero di Santa Maria di Carceri: riscoperta di un'antica abbazia della Bassa Padovana "


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