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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

L’alta marea che travolse l’esercito di Artabazo

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  Erodoto narra un episodio particolare delle guerre dei persiani contro i greci: l’alta marea che travolse l’esercito di Artabazo. Questo generale del re Dario si vide un’alta marea improvvisa piombare sulle proprie schiere di armati. Erodoto attribuisce l’evento calamitoso alla volontà di Poseidone, dio dei mari, protettore della città greca di Potidea (Storie, libro VIII, 129). *** Da tre mesi Artabazo assediava Potidea, quando avvenne un grande e prolungato riflusso di mare. I barbari, vedendo chee s’era formato un guado, pensarono di entrare per esso nella penisola di Pallene, e già ne avevano percorso i due quinti, rimanendo perciò loro da percorrere altri tre quinti, per essere dentro la penisola, quando sopravvenne un flusso di mare più forte, al dir dei paesani, di quanti mai pur frequentemente si producono da quelle parti. Perciò tutti quelli che non sapevano nuotare affogarono, e gli altri, che sapevano, furono uccisi dai potideati che, saliti sulle barche, si scagliaron...

Tobruk e la Marmarica

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  Quando l’Italia conquistò la Libia, la regione della Marmarica vessava in uno stato di totale sfacelo economico. Era un’area desertica e spopolata. Nel Defna si avevano pozzi d’acqua dolce ed era questa forse la zona più idonea all’insediamento di famiglie di coloni, ma il deserto trionfava ovunque come regno di popolazioni nomadi e dedite prevalentemente alla pastorizia. Tantomento si differenziava Tobruk… La città era sorta nel 1867 quando il governatore turco di Bengasi pensò di popolare la zona intorno all’antica fortezza romana, fino ad allora servita come scalo per le carovane mercantili, e vi mandò una decina di famiglie. L’esperimento durò un paio d’anni, finì per la mancanza d’acqua. Verso il 1885 si ritentò di popolarla impiantandovi un nucelo di commercianti arabi. Nel 1911 gli italiani trovarono così un villaggio sviluppato con un ufficio doganle, il mudir turco, un distaccamento di truppa, un càdi, un maestro di scuola e un ufficio telegrafico. Tobruk non rispose all...

Risaie e manifatture del Ducato di Lucca

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Questa lettera di Carlo Massei a suo fratello Giovanni, datata “Lucca, 22 maggio 1840”, fu pubblicata sul Giornale Agrario Toscano e ci regala una preziosa descrizione dell’economia del Ducato di Lucca sotto Carlo II di Borbone-Parma. *** La tua lettera intorno la Porretta che ti piacque intitolarmi, mentre conteneva assai cose risguardanti cotesta terra, e in special modo quanto si appartiene a quei celebrati bagni di acque termali, discorreva puranche varj argomenti che toccano alla pubblica amministrazione della provincia Bolognese, tua seconda patria, e alle produzioni di quel suolo ferace che sì bene risponde alle cure dei suoi coltivatori. Fralle quali, come era da aspettarsi, volesti assegnare posto onorevole, se non la primazia (che questa spetta a buon diritto alla canapa) al riso che in tanta copia lussureggia sulle terre basse e palustri di cotesta regione. E desideroso come sempre fosti di vedere resa ognor più felice la condizione del tuo paese natìo, facevi voti perchè il...

Memorie della Grande Guerra: Toscanini sul Monte Santo

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  Il maestro Arturo Toscanini fu protagonista di un singolare concerto durante la Grande Guerra. Il mattino del 12 maggio del 1917, 2300 cannoni e 1000 bombarde aprirono il fuoco contro le linee austriache da Tolmino al mare. Si apriva così la Decima Battaglia dell’Isonzo. In più punti la linea austriaca fu costretta ad arretrare di qualche chilometro ma le perdite italiane furono pesantissime: 36.000 morti 96.000 feriti e 25.000 prigionieri. Cadorna cercava di spiegare l’insuccesso addossandosene la responsabilità al disfattismo ed ai timori dei suoi uomini, così pensò di risollevare il morale delle truppe e con un’immediata nuova offensiva in diversa direzione: l’Ortigara, una montagna tra Asiago e la Valsugana che gli austriaci avevano conquistato durante la Strafexpedition dell’anno precedente. L’azione iniziò quattro giorni dopo la fine della Decima Battaglia dell’Isonzo: il 10 giugno 1917. Gli Alpini con gravissime perdite conquistarono il Passo dell’Agnella e quota 2101 ma l...

Sistemi monetari preunitari: la forza economica delle monete locali

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 Sono largamente diffuse millantazioni su una superiore forza economica del Ducato Napoletano rispetto alla Lira Piemontese sulla base del fatto che il fino del primo è superiore, di oltre quattro volte (4,25 per la precisione), del secondo. Urge precisare che valutare la “forza economica” di una moneta rispetto ad un’altra sulla base dei grammi di fino è una cosa stupida, oltre che priva di senso per il XIX secolo. Per le economie ottocentesche, infatti, l’unico tipo di confronto possibile è quello basato su due elementi, il numero di monete che un individuo riceveva come compenso per una prestazione lavorativa e cosa poteva acquistare con esse. Secondo l’economista napoletano Antonio Scialoja, autore di Note e confronti dei bilanci del Regno di Napoli e Stati Sardi e Ministro del commercio nel 1848, nella seconda metà degli anni Cinquanta del XIX secolo, un maestro di scuola elementare nel Regno di Sardegna percepiva un salario annuo medio di circa 390 Lire annue, mentre un suo o...

Napoleone a Sant’Elena

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Lazzaro Papi nei suoi Comentarii della Rivoluzione francese così ricostruì la vita di Napoleone a Sant’Elena. *** Accompagnarono Napoleone nel suo esilio, con consentimento del governo inglese, il generale Bertrand con sua moglie e figli, il conte e la contessa di Montholon, il conte di Las Cases, il generale Gourgand, il chirurgo O’Meara irlandese, nove servitori e tre serve, e dopo una lunga e noiosa navigazione approdarono a Sant’Elena il 16 di ottobre di quest’anno (1815). Gl’Inglesi, per ordine del loro governo, non diedero a Napoleone, tanto su la nave, quanto a Sant’Elena, altro titolo che quello di generale, benchè nel resto il trattassero con molto riguardo. Ma i pochi Francesi, che presero la generosa risoluzione di tenergli compagnia nella sua disavventura, continuarono a serbare con lui il medesimo stile, usando gli stessi titoli e riverendolo nientemeno che quando egli era sul trono. Del resto, egli stesso, risoluto di voler rappresentare la parte d’Imperatore a Sant’Elena...

Memorie della Grande Guerra: l’Albania

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  L’interesse dell’Italia verso l’Albania, allo sbocciare del primo conflitto mondiale, aveva differenti ragioni. Il 1° dicembre, il Ministro degli Esteri, Sidney Sonnino, dopo aver annunciato l’adesione del Regno d’Italia al rinnovato Patto di Londra contro la Germania, in parte le spiegava così: “La presenza della nostra bandiera sulla opposta sponda adriatica gioverà pure a riaffermare la tradizionale politica dell’Italia nei riguardi dell’Albania, la quale rappresenta ora come in passato un interesse di prim’ordine per noi, in quando la sua sorte è intimamente legata all’assetto dell’Adriatico. Ha importanza grandissima per l’Italia il mantenimento della indipendenza del popolo albanese, la cui spiccata e antica nazionalità fu invano, per scopi interessati, discussa e negata… La difesa strategica dell’Adriatico costituisce un altro caposaldo della nostra azione politica. E’ per l’Italia necessità di vita, necessità assoluta di legittima difesa, conseguire un assetto adriatico c...

Cittadino Giannangelo Braschi, in arte Papa

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  Quando il maresciallo francese Louis Alexandre Berthier fece prelevare con la forza papa Pio VI e lo espulse da Roma, era il 20 febbraio del 1798, e l’Europa intera assisteva incredula e incapace di agire. Alcuni giorni dopo, il regime repubblicano fu instaurato anche nei territori pontifici e la sovranità temporale del papa fu soppressa. Giovanni Angelo Braschi era estato eletto al soglio pontificio con fama d’uomo pio e fermo nelle concezioni di una chiesa teocratica. Di buona statura e portamento maestoso, secondo le cronache dell’epoca, il nuovo papa, cinquantottenne, apparteneva a un’antica famiglia nobile, originaria di Cesena. Fu papa mecenate e nepotista. Accrebbe la raccolta d’arte del Museo Pio-Clementino dei sarcofagi di Elena e di Santa Costanza, commissionò ad Antonio Canova il suo monumento funebre, progettò numerose opere architettoniche ed urbanistiche che riguardarono Piazza del Quirinale e Piazza di Spagna; demolito il vecchio Palazzo Orsini, in Piazza Navona, d...

La dedizione di Trieste a Leopoldo III d’Asburgo

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  Dopo un anno dalla conclusione della Guerra di Chioggia con cui Trieste dovette giurare la sua dedizione al Patriarca di Aquileia, la città fu spinta a prestare un altro giuramento di dedizione, stavolta all’Austria. Andelmo Petazzi, Antonio di Domenico e Nicolò di Pica, in rappresentanza di Trieste, si ritrovarono a Graz, il 30 settembre del 1382, davanti al Leopoldo III d’Asburgo. Quel giorno il Duca d’Austria accolse una richiesta d’aiuto che era partita autonomamente dai triestini. Nel 1369 essi avevano patito un duro assedio veneziano. Leopoldo era andato in loro soccorso ma senza buon esito così era stata conclusa una pace con la quale Triste si ritrovò sotto il controllo della Serenissima. La Guerra di Chioggia restituì Trieste alle insegne del Patriarca di Aquileia ma, alla morte del patriarca, la città si ritrovò di fatti debole tra potenze aggressive. Chiese soccorso ad Udine, ma i potenti in quella città erano filoveneziani, ed infine non le restò che guardare agli Asb...

Sistemi monetari preunitari: l’iniquità presunta del tasso di cambio tra Ducato Napoletano e Lira Piemontese

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  Non è raro incappare in articoli web che denunciano un tasso di cambio fosse iniquo nei confronti del Sud post-unitario tra Ducato Napoletano e Lira Piemontese. È realmente così? Il ducato napoletano aveva un fino di grammi 19,109. La Lira Piemontese era la copia autentica della lira introdotta nel Regno di Sardegna con le Regie Patenti del 6 agosto 1816, rilasciate da Vittorio Emanuele I. Aveva peso in grammi 5,00 di argento, con un rapporto di 1: 15,5 con l’oro al titolo di 900/1000 e con un fino, quindi, di grammi 4,50. Il rapporto tra le due monete (fino di grammi 19,109 la napoletana e fino di 4,500 grammi la piemontese) di dava un cambio di 4,246 volte, arrotondato a 4,25. L’idea che la Lira Piemontese non sia stata una moneta scelta liberamente da tutti gli stati della penisola, ma imposta col Regio Decreto del 17 luglio 1861 n. 452, si può anche accettare. Tuttavia bisogna precisare che, in realtà, i diversi sistemi monetari vigenti nel 1859 restarono in pieno vigore fino...

Giudizio di Lamartine su Robespierre

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  In Storia dei Girondini, Alphonse de Lamartine traccia un profilo di Robespierre molto diverso da quello di chi lo dipinse come un feroce demagogo, un uomo puro, gentile, coerente, amabile nella sua quotidianità. Leggiamo. *** La vita privata di Robespierre attestava il disinteresse de’ suoi pensieri; era dessa il più eloquente de’ suoi discorsi. Se il di lui maestro, Gian Giacomo Rousseau, avesse abbandonato il tugurio delle Charmette per essere il legislatore dell’umanità, non avrebbe vissuto un’esistenza più raccolta, più povera di quella di Robespierre. Tal povertà era meritoria, perchè volontaria. Oggetto di molti tentativi di corruzione da parte della corte e delle fazioni di Mirabeau, di Lameth e dei Girondini durante le due assemblee, avevasi avuto quotidianamente la propria fortuna in pugno; pure non si degnò di afferrarla. Eletto poscia alle funzioni d’accusatore pubblico e di giudice a Parigi, tutti e tutto aveva respinto, onde vivere in austera e superba indigenza. Il...