L’alta marea che travolse l’esercito di Artabazo
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Da tre mesi Artabazo assediava Potidea, quando avvenne un grande e prolungato riflusso di mare.
I barbari, vedendo chee s’era formato un guado, pensarono di entrare per esso nella penisola di Pallene, e già ne avevano percorso i due quinti, rimanendo perciò loro da percorrere altri tre quinti, per essere dentro la penisola, quando sopravvenne un flusso di mare più forte, al dir dei paesani, di quanti mai pur frequentemente si producono da quelle parti. Perciò tutti quelli che non sapevano nuotare affogarono, e gli altri, che sapevano, furono uccisi dai potideati che, saliti sulle barche, si scagliarono loro addosso.
La causa, poi, di tale impetuosa marea, e dell’eccidio dei Persiani fu – a quanto dicono i potideati – un sacrilegio commesso contro il tempio e la statua di Poseidone nel sobborgo della città da quei medesimi persiani che il mare sterminò. E non a torto attribuiscono al fatto questo motivo a mio credere.
I persiani sopravvissuti furono da Artabazo riconodtti in Tessaglia, presso Mardonio.
Tale fu, dunque, la sorte di coloro che avevano accompagnato il re.
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