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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

La stregoneria e la bolla “Summis desiderantis”

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 Il 5 dicembre 1484, Innocenzo VIII, nato Giambattista Cibo, genovese, ex vescovo di Molfetta, lanciò la bolla “Summis desiderantis affectibus” denunciando ufficialmente la stregoneria. Il testo è tratto dal volume L. Cherubini, Magnum Bollarium romanum a beato Leone magno usque ad S.D.N. benedictum XIII (Lussemburgo 1727, t. I, p. 428). La bolla fu scritta in risposta alla richiesta dei domenicani Kramer e Sprenger dell’esplicita autorità di perseguire la stregoneria. In precedenza, infatti, le autorità ecclesiastiche locali avevano rifiutato ogni collaborazione con i due. Successivamente i religiosi usarono questa bolla come prefazione per il più noto Malleus Maleficarum. *** Desiderando noi… che la fede cattolica… cresca e fiorisca al massimo grado possibile, e che tutte le eresie e le depravazioni siano allontanate dai paesi dei fedeli, questo decretiamo… È recentemente giunto alle nostre orecchie… che in alcune regioni dell’alta Germania, come… Magonza, Colonia, Treviri, Salis...

Memorie della Grande Guerra: La disfatta austriaca del 1918

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  La ritirata austriaca del 1918 è qui presentata nelle parole del tenente d’artiglieria Fritz Weber. *** L’ultimo atto del gigantesco dramma è incominciato. Una vera e propria fiumana uscita dall’inferno di fuoco attraverso cento camminamenti, sentieri, campi, straripa sugli argini, si gonfia, sbocca impetuosa nelle strade: uomini, cannoni, automobili, cavalli, carri e di nuovo uomini, uomini, uomini. La terra brucia sotto i piedi, il terrore ottenebra il cervello, ognuno si sente nemico dell’altro. Non appena si leva il nuovo giorno, mi arrampico su un gigantesco pioppo, tra i cui rami avevamo collocato un secondo osservatorio. Il quadro che si presenta ai miei occhi è addirittura babelico: sulle due uniche strade, che attraversano la zona, si muovono compatte masse di uomini, mentre a passo di corsa nuovi gruppi sbucano dai filari di viti e vengono inghiottiti, strappati, trascinati via dalla fiumana. Più a nord, attraverso le nubi prodotte dalle esplosioni delle granate italian...

Dal discorso per la celebrazione del ventennale del fascismo

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  Il 26 marzo 1939, in occasione del ventennale del fascismo, le celebrazioni romane culminano con un discorso del Duce alla vecchia guardia squadrista. Ne riportiamo alcuni stralci. *** Camerati Squadristi! a vostra adunata, che è la manifestazione culminante della celebrazione del primo Ventennale del Fascismo, ha luogo in un momento serio della vita europea. Noi non ci facciamo e non ci faremo prendere da quella che ormai è conosciuta come la psicosi di guerra, miscuglio di isterismo e di paura. La rotta della nostra navigazione è definita ed i nostri principî sono chiari: voi li ascolterete con tutta l’attenzione e la discrezione necessarie. Primo: Per quanto i pacifisti di professione siano individui particolarmente detestabili e, per quanto la parola pace sia ormai un poco logorata dal soverchio uso e suoni equivocamente come le monete false, per quanto sia noto che noi considereremmo la pace perpetua come una catastrofe per la civiltà umana, noi consideriamo che sia necessar...

Un momento della ritirata dalla Russia

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  L’alpino Mario Rigoni Stern nel romanzo “Il sergente nella neve” ripercorre l’esperienza personale vissuta con l’ARMIR nel corso della Ritirata di Russia nel gennaio 1943. *** Si camminava su una strada e la neve era ammucchiata ai lati; ma quella vecchia, non quella portata dalla tormenta. A destra c’era una rada fila di isbe. Si camminava a gruppetti e con lunghe code, era difficile tenere unito il plotone. Tra uno spazio e l’altro passava libero il vento e sibilava la tormenta. Eravamo tutti grigi e si vedeva poco. Qui, una volta, vi dovevano essere magazzini o conducenti, perchè tra la neve, si vedevano dei fili di paglia. Pensate: paglia che una volta era un campo di grano. Vi erano anche delle casse di galletta. Come vedono le casse gli alpini vi si gettano sopra, sono vuote, ma pure qualche cosa ci deve essere nel fondo perchè a spintoni e a pugni cercano di farsi largo e di affondarvi le mani. Quelli che sono presi sotto gridano; poi lentamente si allontanano tutti. Uno r...

Montevergine, visita alla Mamma Schiavona

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  Montevergine è tra i più sacri luoghi del Sud Italia. Muovendo da Napoli ci lasciamo alle spalle il Sud solare, ardente, popoloso rinfrescato dalla brezza del Mediterraneo per addentrarci nei territori d’Irpinia, silenziosi, irsuti, dominati da selve fitte e nebbie. Qui in inverno le nevi si accumulano per metri e metri a precludere i passaggi e le città si rannicchiano spaurite in fondo alle vallate. Da queste parti il monte Partenio si innalza sino a 1480 metri a nord di Mercogliano, un luogo ideale per San Guglielmo da Vercelli che qui trovò rifugio nel XII secolo. Aveva girovagato per l’Italia, era stato a Santiago de Compostela ed in Terra Santa per poi fermarsi alla corte di Ruggero, conte di Sicilia, del quale divenne confessore. Nessun luogo gli sembrò più adatto alla meditazione delle montagne selvose irpine. Il Redentore gli apparve e gli ingiunse di fondare un tempio dedicato alla Madonna, il santo obbedì ed il Partenio, che già era stato eletto dai pagani a luogo di c...

Napoleone e gli ebrei

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A partire dal 1806, Napoleone lavorò ad integrare gli ebrei nella società francese ed europea. Convocò a Parigi il Gran Sinedrio per regolare le questioni religiose e politiche, successivamente, col Decreto di Baiona del 29 luglio 1808, confermò agli ebrei gli stessi diritti di tutti i francesi e poi furono parificati gli ebrei nelle aree che i francesi avevano conquistato in Europa, compresa l’Italia. *** DECRETO DI BAIONA, 28 LUGLIO 1808 TUTTO PER E DAL POPOLO « Per l’Onore della Francia, per gli interessi sacri del genere umano » (Napoleone il Grande, 17 Ventoso Anno VIII – Sabato, 8 marzo 1800) NAPOLEONE, IMPERATORE DEI FRANCESI, RE D’ITALIA E PROTETTORE DELLA CONFEDERAZIONE DEL RENO Sulla relazione del nostro Ministro degli Interni ; Ascoltato il nostro Consiglio di Stato ; Abbiamo DECRETATO e DECRETIAMO quanto segue : Art. 1. Quelli dei sudditi del nostro impero che seguono il culto ebraico e, fino ad ora, non hanno ricevuto un nome di famiglia e dato nomi, saranno tenuti ad adot...

Memorie della Grande Guerra: la Marina italiana

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  Nell’immaginario collettivo la Grande Guerra si identifica con le trincee eppure il mare e la Regia Marina furono protagonisti di eccezionali imprese. Anno 1917. L’Italia è in guerra con una flotta composta da cinque corazzate monocalibro e sei di tipo vecchio, 12 incrociatori, 76 fra cacciatorpediniere ed esploratori e 21 sommergibili. Nonostante la sua marina conti forze preponderanti, il regno si trova in una posizione particolarmente critica: la sua conformazione lo proietta su tre mari con quasi ottomila chilometri di coste e ciò rende problematica la difesa. Solo l’assoluta certezza di non avere nemici nel Tirreno può permettere di concentrare i vascelli nell’Adriatico. Il tutto però è complicato dalla necessità di dover tenere solide le comunicazioni con le colonie e c’è pure da tenere in conto che l’intero potenziale navale austriaco è mobilitato direttamente contro quello italiano. Per evitare che i sommergibili nemici passino dall’Adriatico allo Jonio, il Comando Alleat...

Dal “Diario” di Galeazzo Ciano

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  Dal “Diario” di Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri, alcuni interessanti passi risalenti al 1940. Dalla dichiarazione di Guerra, consegnata con mestizia, alla malcelata irritazione per il giudizio del Duce sul carattere fiacco degli italiani, valutazione ribadita davanti ai successi della controffensiva greca. *** 10 giugno 1940: Dichiarazione di guerra. Per primo ho ricevuto Poncet, che cercava di non tradire la sua emozione. Gli ho detto: “Probabilmente avete già compreso le ragioni della mia chiamata”. Ha risposto: “Benché io sia poco intelligente, questa volta ha capito”. Ma ho sorriso per un istante solo. Dopo aver ascoltato la dichiarazione di guerra ha replicato: “È un colpo di pugnale ad un uomo in terra. Vi ringrazio comunque di usare un guanto di velluto”. Ha continuato dicendo che lui aveva previsto tutto ciò da due anni, e non aveva più sperato di evitarlo dopo la firma del Patto d’Acciaio. Non si rassegnava a considerarmi un nemico, né poteva consi­derare tale ness...

La FIAT Balilla

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  Nel 1932 nasce la prima utilitaria italiana. Costa 10.800 lire, è comoda, veloce, consuma poco: è la Balilla. Un pioneristico modello FIAT 508 viene lanciato con lo slogan: “L’automobile finalmente verso il popolo: il dono della FIAT agli italiani”. E gli italiani però non possono permettersela. Lo stipendio medio non raggiunge mille lire al mese e l’auto può solo essere sognata. La FIAT sottopose per molti mesi la nuova 508 ad una lunga serie di prove e collaudi per migliaia di chilometri in ogni condizione con il pilota e collaudatore Carlo Salamano superò a pieno carico mulattiere e pendenze del 40%. Il progetto fu attuato da diverse celebri figure dell’automobilismo di quegli anni: Tranquillo Zerbi, Antonio Fessia, Bartolomeo Nebbia e Dante Giacosa. Il modello viene presentato alla Fiera di Milano il 12 aprile del 1932 in occasione del Salone dell’automobile e si caratterizzava soprattutto per il cambio a tre marce non sincronizzate. Per il lancio il senatore Giovanni Agnel...

Caravaggio al Palazzo Zevallos Stigliano

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  Palazzo Zevallos Stigliano si trova al civico 185 a Napoli in Via Toledo. E’ un tesoro seicentesco nel cuore della città, ma con segni stupendi delle ristrutturazioni di fine Ottocento. Di proprietà di Intesa San Paolo, conserva il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio e tante altre opere di Solimena, De Mura, Gemito, Morelli, Gigante.. in incantevoli stanze dai ricchi fregi. Palazzo Zevallos Stigliano attrae l’occhio del passante per la sua austera imponenza, ma soprattutto per quelle insegne cartonate che invitano ad entrarvi per ammirare il “Martirio di Sant’Orsola”. Il palazzo è infatti un museo e fa parte della rete delle “Gallerie d’Italia” che Intesa Sanpaolo ha costruito unendo i vari musei-edifici storici di sua proprietà ubicati nelle diverse città d’Italia. Edificato a partire dal 1635 per volontà del mercante spagnolo Giovanni Zevallos, il palazzo fu ceduto al fiammingo Giovanni Vandeneynden che vi adibì una prima pregevole collezione d’arte. Sul finire del Seicento u...

Napoleone e il Papato

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  Quali furono i rapporti tra Napoleone ed il Papato? Riportiamo alcuni passi delle “Memorie da servire alla storia della Francia sotto Napoleone, scritte a S. Elena dai generali che hanno condiviso la sua prigionia…”, a cura di M. Liskenne e Sauvan (Parigi 1842, tomo VI, p. 304). Queste parole ci presentano la politica di Napoleone nei confronti dello Stato Pontificio. Nel febbraio del 1808, in conseguenza dell’applicazione del Blocco Continentale che Pio VII non aveva accettato, l’Imperatore diede l’ordine al generale Miollis di occupare Roma. Inoltre, il diniego del Pontefice di aumentare il numero dei cardinali francesi e di entrare in una confederazione italiana, di cui l’Imperatore sarebbe stato il protettore, ed il richiamo dell’ambasciatore a Parigi, servirono a Napoleone quale motivo per emettere, il 7 maggio del 1808 da Schoenbrunn, il decreto di annessione dello Stato Pontificio. Pio VII fu arrestato il 6 luglio dell’anno seguente dal generale della gendarmeria Radet e t...

Trentini, Triestini, Istriani e Dalmati nei fatti del 1848-1849

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  Il sentimento italiano di istriani, dalmati, trentini e triestini ha radici profonde. La loro partecipazione agli eventi risorgimentali ne è la prova. Nelle giornate della difesa di Venezia e Roma nel 1848-1849 numerosi furono i combattenti ed i caduti provenienti da queste terre. A Roma Nel 1849, con Pio IX scappato a Gaeta e Ferdinando II che ritirava le sue armate, numerosi volontari raggiunsero Roma difendendo la Repubblica che già l’anno addietro aveva proclamato guerra a Vienna “finchè le Alpi non segnino da ogni banda i confini, dal Varo al Brennero e da questo al Quarnero”. I Dalmati di cui si ricorda furono Giorgio Erzegovaz, aiutante di campo di Garibaldi, don Giuseppe Fama, aiutante di campo del generale Antonini, e Federico-Seismit Doda, di Ragusa, autore dell’inno dei difensori di Roma: “Cittadini, alfin l’Italia/ chiama all’armi i suoi guerrieri/ tuona a morte agli stranieri/ la risorta libertà!”. Tra i Trentini si distinse Narciso Bronzetti di Cavalese, provincia d...

Le origini del potere temporale del Papa

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  Le origini del potere temporale del Papa sono di seguito presentate da L. Halphen in “A travers l’Histoire du Moyen Age” (Parigi 1950) soffermandosi sugli aspetti cruciali della campagna condotta nel 751 dal re Astolfo contro i territori bizantini di Ravenna, della Pentapoli e del Ducato Romano e della risposta di Pipino, re dei Franchi, tre anni dopo, in seguito agli accordi stipulati a Ponthion col pontefice Stefano II. *** Se non abbiamo più l’atto di nascita dello Stato pontificio, sappiamo almeno quando e in quali circostanze esso è sorto. Si era alla metà dell’VIII secolo. L’Italia si trovava allora in una situazione confusa. Teoricamente, essa faceva parte dell’”Impero Romano” che, dopo la scomparsa dell’ultimo imperatore di Ravenna, nel 476, dipendeva tutto quanto dal sovrano della “Nuova Roma”, fondata da Costantino sulle rive del Bosforo; ma, in pratica, e malgrado gli effimeri successi riportati nel VI secolo agli eserciti di Giustiniano, sfuggiva per più di tre quarti...

L’insurrezione di Venezia nel 1848

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  Lo storico Ferdinando Ranalli ricostruisce i concitati momenti dell’insurrezione di Venezia del 1848. *** In Venezia appena suonò il grido dei moti di Vienna e il governatore delle province venete, conte Palffy, annunciò le prime concessioni fatte dall’imperatore, fra le quali l’abolizione della censura, il popolo si mosse, corse in folla nella piazza di San Marco, si ornò di coccarde tricolori; e, rammentandosi che di quella allegrezza non potevano godere coloro che l’avevano col loro coraggio promossa, cominciò a gridare che senza indugio fossero il Manin e il Tommaseo scarcerati. Disponevasi il governo a contentare quel desiderio popolare, quando la moltitudine impaziente andò alle prigioni, chiese che le porte fossero aperte, trasse fuori i due cittadini sopradetti, e sulle spalle come in trionfo li trasportò in piazza San Marco fra clamorose voci. Stavano così le cose, quando giunse la notizia che era stata dall’impeatore concessa la costituzione… E sulle prime grande allegr...

La battaglia di Mühlberg

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La battaglia di Mühlberg si combatté il 24 aprile del 1547. Quel dì le truppe imperiali del Sacro Romano Impero, guidate da Carlo V, e le truppe della Lega di Smalcalda, al comando del Principe elettore di Sassonia, Giovanni Federico, si scontrarono in una battaglia epica. Invasa la Sassonia, l’imperatore volle impegnare l’Elettore Giovanni Federico in uno scontro decisivo, anzicchè puntare su Wittemberg, cuore della Riforma e della rivolta. Su consiglio del Duca d’Alba, le truppe imperiali furono impegnata in una delle manovre più ardite della loro storia. La storiografia militare imputa agli ufficiali della Lega di Smalcalda le principali colpe della disfatta protestante. Costoro non si accordarono sulle azioni da intraprendere, si affidarono alla protezione naturale fornita dal fiume presso il quale avevano posto il loro accampamento e ciò fu un fatale errore. Sul campo di battaglia Carlo V seppe approfittarne e con un colpo d’arguzia poté penetrare nelle loro linee difensive, facen...

I “Dictatus Papae”

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  I Dictatus Papae sono ventisette proposizioni che compongono una raccolta di enunciati sul potere del romano pontefice. In ventisette massime, inserite nel Registro di Gregorio VII, si mira a definire i diritti e le prerogative del Pontefice in termini fino ad allora insoliti. Sembra che il Papa abbia voluto tracciare, per gli autori di future raccolte canoniche, una sorta di sintetico canovaccio sul quale si sarebbero potute inserire gli estratti della Scrittura e dei Padri, dei canoni conciliari, delle Decretali. Si è anche sostenuto che i Dictatus papae costituissero il piano di un’allocuzione destinata al concilio del 1075 che il Papa avrebbe rinunciato poi a pronunziare per accontentarsi d’impedire l’investitura laica. Questo documento in ogni caso attrae la nostra attenzione perché compendia la teoria gregoriana del potere pontificio. Ecco tutte le proposizioni del Dictatus Papae tratte da A. Fliche, La reforme gregorienne (Parigi 1959, pp. 79-80): *** La Chiesa romana è st...

La Repubblica di Ragusa ed il Sultano Mehmet II

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  La caduta di Costantinopoli, nel 1453, diffuse nell’Adriatico un profondo terrore e la minaccia di una espansione musulmana a scapito dei regni cristiani divenne un pericolo concreto anche per la Repubblica di Ragusa. Essa si mostrò porto ospitale per le famiglie greche in fuga, accordò accoglienza a Lascari, Comneni, Cantacuznei nel loro esilio, diede rifugio a figure d’alta intellettualità come Andrea Giovanni Lascari, Demetrio Calcondilla, Emanuele Marulo, Paolo Tarcagnota. Soprattutto si munì di un imponente sistema difensivo con più profondi fossati e più alte mura. Otto anni dopo Costantinopoli, i timori divennero realtà. Le armate di Maometto II marciarono nei Balcani e Ragusa entrò ufficialmente nelle mire della potenza musulmana. Una città così florida nei rapporti commerciali marittimi, che teneva nelle proprie mani una quota importante dei traffici in Adriatico, non poteva non attrarre il Sultano. In Serbia, Lazar II Brancovich, figlio del despota Djuradj, tentò di sal...