Achille Lauro: “Sono stato l’ultimo servitore di Napoli”
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Comandante, cosa è stato il laurismo?
Il rapporto del sottoscritto Achille Lauro con la città di Napoli. Un rapporto difficile a volte, perché Napoli è una città complessa con mille problemi, ma autentico, vero: ho cercato di fare del mio meglio. Qualche volta non è bastato.
Il laurismo è stato anche altro: cattiva amministrazione, malcostume…
Questo lo dice lei.
Comandante lo dice la storia: quando lei ricoprì al carica di sindaco ad un certo momento il governo centrale le tolse la città dalle mani per le continue irregolarità. Il ministro degli Interni Tambroni…
Lei sta inventando: io non ho mai, dico mai, avuto contrasti con Tambroni e tanto meno con altri esponenti della Democrazia Cristiana.
Comandante c’è un carteggio preciso: da un lato le irregolarità commesse dalla sua amministrazione e denunciate dall’allora ministro degli Interni Tambroni; dall’altro il testo di una lunga conferenza stampa da lei tenuta a Roma in data 17 febbraio 1958, nella quale replicava punto per punto.
Ah… quello: beh certo la Democrazia Cristiana poteva non veder bene che io facessi il sindaco di Napoli perché le portavo via dei voti. Io ero monarchico e quindi contro la Democrazia Cristiana. Ma quello che ho fatto, sempre l’ho fatto nell’interesse e per il bene di Napoli. Ho pagato anche di tasca mia anticipando centinaia di milioni ai dipendenti comunali, ai netturbini quando i fondi governativi erano in ritardo. Lo facevano per rendermi difficile la vita. Mi creda, fare il sindaco di Napoli mi ha fatto rimettere mezzo miliardo, mezzo miliardo del 1957.
…I suoi avversari dicono che lei è stato l’ultimo signore borbonico, l’ultimo re di Napoli.
Non diciamo fesserie: io sono stato l’ultimo servo di Napoli. Ma anche fare questo a Napoli è difficile. Qui c’è troppa miseria, troppa disoccupazione, troppe automobili e troppe persone: è un grosso problema.
E lei aveva la soluzione?
Nessuno ha la soluzione per questa città. Ma da qualche parte bisogna cominciare. E allora dico io cominciamo a fare meno figli. Qui gli uomini sono grandi amatori e le donne figliano troppo. E’ ‘na ruvina.
… Potrebbe dare lo scudetto…
Due volte sono arrivato secondo. A Napoli ho comprato Jeppson, Vinicio e Canè: una montagna di denaro. Delle volte mi chiedo se ne valeva la pena: quella del calcio è una gloria effimera.
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