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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Prodigi davanti alla minaccia di Annibale

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  L’attenzione per presagi e segni di sventura fu così viva nei Romani che anche lo storico Tito Livio ne recò notizia. Il passo che segue descrive ciò che avvenne nell’inverno del 218 a.C., all’avvicinarsi della grande minaccia di Annibale (Storie, libro XXI, 62). *** Durante questo inverno si erano manifestati numerosi prodigi… come accade quando gli animi sono in preda alla superstizione, se ne sono annunciati in gran numero, ai quali si è prestato fede alla leggera. Un bimbo di sei mesi, di condizione libera, aveva esclamato in pieno Forum olitorium “Trionfo!”; nel Forum boarium un toro era salito fino ad un terzo piano e se ne era poi precipitato giù, spavenvato dalle grida degli abitanti della casa; immagini di vascelli si erano accese in cielo. Il Tempio della Spes situato nel Forum olitorium, era stato colpito dal fulmine. A Lanuvio, la lancia di Giunone si era spostata da sola. Un corvo era sceso nel tempio della dea e si era posato persino sul pulvinar. Nella campagna di ...

Re Zog d’Albania

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  Ahmed Zog, eletto presidente della Repubblica d’Albania nel 1925, fu colui che trasformò il paese in una monarchia costituzionale. Stava modernizzando l’Albania e per andare sino in fondo aveva bisogno non solo dei poteri che già possedeva, ma anche di un’autorità morale molto più forte. Oltretutto, trasformando l’Albania in un regno, la collocò su un piano di parità con le grandi potenze europee, che nel 1928 erano in gran parte monarchiche. Tuttavia, ad un certo punto, per garantire la completa trasformazione monarchica del Paese fu necessario trovare una regina. Molte insistenti richieste arrivarono a Zog, ancora single, affinché prendesse moglie. Gli furono presentate esponenti della nobiltà albanese e ottomana, ma già sua sorella Senija era sposata con un turco, Abdul Hamid, il figlio del sultano. Fare regina d’Albania una donna ottomana avrebbe minato l’autonomia del regno. D’altra parte, un’albanese sul trono era impensabile. Nessuna famiglia aristocratica nazionale aveva ...

Pio VII prigioniero

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  Nella notte del 5 luglio del 1809, il Pontefice Pio VII venne prelevato con la forza dal Palazzo del Quirinale, per ordine del Generale Miollis, arrestato e condotto prigioniero prima a Grenoble e successivamente, passando per il colle di Tenda, Cuneo e Mondovì, a Savona. Ce ne parla Artaud de Montor in Storia di Pio VII. *** Il viaggio del Papa dalla Certosa di Firenze sino ad Alessandria durò sette giorni, dal nove cioè al quindici di luglio. Una mattina, nelle prime giornate; diversi paesani si erano raccolti intorno li carrozza e domandavano la benedizione: il comandante si vide obbligato di fermarsi e di permettere al Santo Padre di benedirli. Immediatamente dopo questa breve e commovente azione, il Papa pregò l’un d’essi, che tuttora erano in ginocchio, di portargli un po’ d’acqua fresca: quella moltitudine s’alzò tutta ad un tratto; gli uni corsero a cavalli per trattenerli, altri si portarono innanzi a gendarmi; un gran numero corse precipitosamente ad alcune vicine capan...

Terme Euganee

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  Si può dire che lo sfruttamento a scopo terapeutico delle sorgenti termali che circondano i Colli Euganei è antico quasi quanto l’uomo. I primi ad usufruire delle cure termali, o almeno ad aver lasciato un segno tangibile del loro utilizzo, sono stati i paleoveneti. Estremamente frequentato era il “Lago Sacro”, in quello che è il moderno comune di Montegrotto. Si trattava di un laghetto alimentato da sorgenti calde consacrato al dio “Aponus”, situato dove nel 2021 si trova il Resort Terme Preistoriche. L’area attualmente è completamente urbanizzata rendendo quindi impossibile uno studio accurato, però alcuni saggi eseguiti negli Anni Cinquanta del secolo scorso, in occasione della piantumazione di alcuni alberi, hanno mostrato una concentrazione di reperti che ha dell’incredibile. Erano ex-voto in bronzo raffiguranti parti del corpo umano, mani, piedi, braccia, per cui si chiedeva, o si era ottenuta, la guarigione, frammisti ad un numero enorme di vasi in terracotta. La concentra...

Cibo e taverne della Napoli d’una volta

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  Ci concediamo un rapido excursus storico e culinario tra il cibo e le taverne di Napoli tra Cinquecento ed Ottocento. Secondo l’elenco redatto dal Marchese di Crispano, nel 1669 a Napoli si contavano duecento taverne. Vi si incontravano spagnoli e napoletani, musicisti, soldati, poeti, meretrici. A Rua Catalana c’erano le taverne di Santa Margaritella, del Fondaco, del Cetrangolo, nel quartiere Porto quella dei Calderai, della Dogana, della Baracca, nel quartiere di Sant’Antonio c’erano le taverne degli Zingari, degli Incarnati, del Crispano… immortalate dai sonetti di G. B. del Tufo e riscoperte da Salvatore Di Giacomo. Quella cui la storia ha consegnato maggior fama è sicuramente la taverna del Cerriglio che si trovava nella prima strada a sinistra scendendo i “gradini di San Giuseppe”. Qui Caravaggio fu aggredito e sfregiato al volto. Bontà del cibo, esiguità del prezzo, atmosfere calde e colorate, nella Napoli spagnola la taverna assume un ruolo centrale come ambiente di inco...

Le battaglie di San Quirico de Besora e di Alpens

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  Nel corso del 1873 il generale Savalls e Alfonso Carlo di Borbone-Spagna, duca di San Jaime e fratello del pretendente carlista Carlo VII, sconfissero la colonna repubblicana del brigadiere Cabrinetty che perse la vita in battaglia. Il resoconto che presentiamo è tratto dal giornale La Frusta, n. 169 del 25 luglio 1873. Consigliamo al lettore di prendere visione dell’introduzione Cronache della terza guerra carlista estratte da “La Frusta”. *** Mentre Cabrinetty si avviava inutilmente sulle traccie delle Loro Altezze Reali, il generale Saballs si presentava il 7 luglio dinanzi a San Quirce, alla testa di un migliaio di uomini con un cannone. La situazione di questo villaggio fortificato di recente dai republicani, è assai importante; è il nodo di comunicazione tra le provincie di Barcellona e di Gerona. Dopo aver preso le necessarie misure per battere il villaggio, il generale fece tirare tre colpi di cannone fuor di portata, per riguardo ad un nucleo di popolazione che è sempre ...

Gli albori coloniali dell’Italia

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  Fu la Tunisia ad accendere gli albori coloniali dell’Italia. Stuzzicata da Bismarck, però, essa non ebbe la forza di contrastare le mire francesi ed anzi fu da esse spintonata verso il Mar Rosso. Ce ne parla Benedetto Croce (Storia d’Italia dal 1871 al 1915) che nell’azione coloniale italiana ravvide diversi errori, non ultimo un “sentimento di mitezza e umanità che l’Italia portava anche dove non doveva”. *** Risoluto il problema dell’unità, si cominciò a parlare, e se ne parlava più assai intorno al 1878, del bisogno di colonie, le quali per lei, come per la Germania, non si sarebbero potute trovare altrove che nell’Africa. Si obbiettava bensì che a ciò ancora le mancavano le forze, e che l’Italia non era ben preparata; ma, se i desideri dovessero tacere e i tentativi aspettare il momento della piena preparazione, avverrebbe proprio come a colui che cautamente si proponeva di apprendere a nuotare prima di entrare nell’acqua. Si dubitava del profitto di simili imprese: ma qui l...

La Battaglia di Ravenna del 1512

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  La Battaglia di Ravenna fu una dei più importanti episodi bellici delle Guerre d’Italia e si svolse domenica 11 aprile 1512 tra i francesi, comandati da Gaston de Foix, e le truppe della Lega Santa, guidate dal viceré di Napoli, Raimondo de Cardona. Il tentativo di Giulio II di recuperare i territori romagnoli occupati dalla Repubblica di Venezia dopo la morte di Alessandro VI lo spinse a muover guerra al doge Leonardo Loredano costituendo la Lega di Cambray con l’Imperatore Massimiliano d’Asburgo, Ferdinando il Cattolico, Luigi XII, Mantova, Ferrara e i Savoia, tutti contro la Serenissima. Francesco Maria della Rovere, duca d’Urbino e nipote di Giulio II, si mise alla testa dell’esercito cacciando i veneti col grande supporto francese. La vittoria fu sancita nella Battaglia d’Agnadello, piccolo centro in provincia di Cremona dove, il 14 maggio del 1509, l’esercito di Luigi XII batté i veneziani. Niccolò Orsini, Conte di Pitigliano, capitano generale delle milizie, e Bartolomeo d...

Storia del Cristianesimo: la beata Beatrice I d’Este

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  “Na Beatritz d’Est, lo bes qu’en vos es / fa melhoirar las autras ab lors bes”. Con queste parole nel 1220 Aimeric de Pegulhan cantava Beatrice d’Este. Figlia del marchese Azzo VI d’Este e di Sofia di Savoia, Beatrice nacque verosimilmente nel Castello di Calaone intorno all’anno 1192. Di grande bellezza, caratteristica peraltro comune tra le ragazze atestine anche al giorno d’oggi, passò l’infanzia tra le feste ed i balli che caratterizzavano la corte estense. La sua vita però, non fu quella spensierata di una principessa e già nel 1202 Beatrice fu costretta a piangere la morte della madre. Non si sarebbe trattato del solo lutto che l’avrebbe afflitta, nel 1212 perse il padre, seguito tre anni dopo dal fratello maggiore Aldobrandino. È possibile che i rapporti col fratellastro Azzo VII e la matrigna Alice di Châtillon fossero caratterizzati da reciproca freddezza ed un indizio di ciò potrebbe essere la decisione di Beatrice di chiedere che le venissero consegnate le 5000 Lire ch...

Il protestantesimo nei Regni di Napoli e Sicilia nel Cinquecento

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  La storia del protestantesimo nei Regni di Napoli e Sicilia è ancora in larga parte sepolta negli archivi. Dagli studi pubblicati traiamo poche notizie. Messina, a metà Cinquecento, era uno dei principali centri di attività dei calvinisti nel Mediterraneo, testimonianza ne è il processo al cavaliere Filippo Campolo, sostenitore della predestinazione. Scalpore destò anche la notizia che, nel monastero di San Placido di Calonerò, i benedettini seguivano gli insegnamenti nicodemiti: qualcuno di essi riuscì a fuggire a Ginevra, altri furono torturati e condannati. Palermo, negli stessi anni, conosceva i roghi di Francesco Vicino, Andrea Lanza, Giovanni Gigliuto e Corneli Giancardo, indicati come luterani. In città tutto ruotava attorno a nobili francesi e mercanti fiamminghi e tedeschi. Non mancano i casi di siciliani che scelsero di fuggire a Ginevra e continuare a vivere secondo i canoni del protestantesimo. E’ il caso del messinese Francesco Tudesco, di Francesco Scardino di Nicos...

La guerriglia di Lettow-Vorbeck nell’Africa Orientale Tedesca

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  Nel quadro delle operazioni belliche del 1915 inaspettatamente assurse ad un ruolo di una certa importanza l’Arica Orientale Tedesca. Il territorio della colonia era enorme, corrispondeva grossomodo agli attuali Ruanda, Burundi e Tanzania, ma a difenderlo c’era solo una Schutztruppe di 14 feldkompanien. In totale, 260 soldati, tra ufficiali e sottoufficiali, e 2500 ascari con due biplani e pezzi d’artiglieria obsoleti. Pensare di difenderla sarebbe stato assurdo e di fatti il governatore Heinrich Schnee si adoperò da subito per mantenere la colonia fuori dal conflitto. Non aveva però fatto i conti con lo zelo ed il brio del colonnello Paul Emil von Lettow-Vorbeck, comandante della Schutztruppe. Quando gli inglesi attaccarono la cittadina costiera di Tanga, secondo porto del paese e capolinea di una delle sue due ferrovie, Lettow-Vorbeck pianificò un’astuta replica. Il generale Aitken, con un corpo di circa 8000 uomini, sbarcò senza incontrare opposizione il 3 novembre del 1914. I...

Le politiche antiebraiche italiane in Libia

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  All’avvento del fascismo, gli ebrei in Libia, erano una comunità eterogenea e ben integrata nel tessuto sociale locale. Non mancavano poveri agricoltori né mercanti e imprenditori, c’erano italiani, francesi, spagnoli, inglesi, maltesi. Non erano mai stati un problema, ma lo divennero. Già nel 1937 Balbo rispose agli ebrei che si rifiutavano di aprire i loro negozi di sabato facendone fustigare dieci in pubblico. Si procedette ad allontanare i funzionari di governo e gli ufficiali ebri e ad escludere gli alunni ebrei dalle scuole. Nel febbraio del 1941 le autorità civili e militari abbandonarono Bengasi davanti alla rapida avanzata degli alleati. Gli italiani non assistettero all’entrata di britannici e australiani, lo fecero solo indigeni ed ebrei, festeggiando i nuovi arrivati finendo in foto sui giornali. L’occupazione non durò a lungo e, quando gli italiani ritornarono, quelli che avevano partecipato a manifestazioni di sostegno agli alleati furono identificati e messi alla g...

Faenza contro Cesare Borgia

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  Probabilmente gran parte dei tiranni che Cesare Borgia ammazzò gli somigliavano per condotta, cattiveria, ambizione e passioni. I Malatesta, i Manfredi, i Montefeltro, gli Sforza, i Varano, i Bentivoglio avevano come lui esercitato la tirannide più brutale, spadroneggiato nelle loro terre e condotto vite dissolute. Probabilmente ciò non vale per Astorre Manfredi, signore di Faenza. Nell’ottobre del 1499, col pretesto che non avevano pagato il tributo dovuto, fu decretato da Alessandro VI che i signori della Romagna e della Marca erano decaduti dai loro feudi. Quelle terre baronali avrebbero dovuto formare il reame di suo figlio Cesare che ebbe quindi soldi da padre e soldatesche dal Re di Francia, Luigi XII. Piombò sulla Romagna, assediò dapprima Imola poi Forlì, Cesena, si presentò a Pesaro da cui cacciò l’ex cognato Giovanni Sforza, poi ebbe Rimini a patti da Pandolfo Malatesta, infine marciò su Faenza che pure s’era detta pronta a pagare i tributi dovuti, per bocca del suo sig...

La chiesa di San Fidenzio

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  La chiesa parrocchiale della frazione di Megliadino San Fidenzio nel comune di Borgo Veneto, ha una lunga storia. Infatti, sebbene la fabbrica attuale sia relativamente recente, costruita tra il 1888 ed il 1921, insiste su un sito già occupato in precedenza da almeno altri due luoghi di culto, la precedente parrocchiale, demolita nel 1888, il cui primo nucleo eretto per volontà del Vescovo di Padova Gauslino risale alla seconda metà del X secolo, a sua volta edificata su una preesistente cappella longobarda dedicata a San Tommaso. L’esistenza della chiesetta longobarda è stata, involontariamente, accertata durante i lavori di demolizione e ricostruzione di fine ‘800/inizio ‘900. Infatti tra il 1904 ed il 1906, scavando in corrispondenza della Cappella della Madonna, odierno Altare di San Stefano, venne trovato un sarcofago in pietra tenera di Custoza risalente al VIII secolo riportante questa iscrizione: “INNDIHVXPIEGOIVHANNESDI.XIPRE INPRIVATO” che viene sciolta in “In Nomine Do...

Bari e la leggenda di Kiev

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  Una interessante cronaca russa ci tramanda l’impresa di sessantadue marinai pugliesi che, nel 1087, trafugarono a Mira, nell’odierna Turchia, le spoglie di San Nicola, trasportandole a Bari. Tutto è ricostruito in “La leggenda di Kiev” del metropolita Efrem. Riportiamo i passi salienti dalla pubblicazione curata da G. Cioffari, nel 1980. *** Nell’anno 1088… avendo gli Ismaeliti, per decreto divino e disegno dell’Altissimo, invaso il territorio greco al di là del mare… tutti gli uomini che si trovavano colà trucidarono, le donne e i bambini li ridussero in schiavitù, e le loro case diedero in preda alle fiamme; spogliarono poi chiese e monasteri, e le loro città presero sotto il proprio dominio. Saccheggiarono allora anche la Licia, ove riposava il corpo di S. Nicola, corpo prezioso, corpo degno di ogni venerazione, corpo che operava prodigi meravigliosi e gloriosissimi… Nostro Signore Gesù Cristo non poteva, però, sopportare che il suo servo fedele giacesse con i suoi resti morta...