La moneta dell’Impero Yuan
Che Marco Polo fosse un mercante, e quindi particolarmente attento agli aspetti economici, è evidente da come indica il valore dei biglietti mongoli in moneta metallica in uso nel Mediterraneo Orientale.
Purtroppo gli oltre sette secoli trascorsi dalla redazione del “Le divisament dou monde” rendono impossibile per il lettore del XXI secolo farsi un idea di quello che poteva essere l’allora potere d’acquisto di questa cartamoneta. È ragionevole tuttavia fare delle ipotesi basandosi su quelli che erano i dati ponderali di questi nummi.
Secondo il Blanchet, tra il 1266 ed il 1295, il Denier Tournois era una moneta erosa, fino di 300/1000, del peso di 1/220 di Marco Parigino, circa 1,113 g moderni, mentre il Grosso Veneziano era un pezzo prestigioso d’argento, titolo circa 958/1000, pesante 10/1095 di Marco Veneziano e tariffata, dopo il 1282, a 32 Piccoli. Un po’ più complicato è individuare il “Bisante”, si sa con certezza che questo nome identificava la moneta d’oro ma a quale Bisante sta facendo riferimento Marco Polo? Cipriota? Acritano? Damasceno?
Queste, però, erano tutte monete più o meno svalutate rispetto allo standard originale, ipotizzo quindi che Marco Polo quando parla di “Bisanti” intenda il Dīnār originale, ormai divenuto solo “Moneta di Conto” e del valore di 1,25 Ducati d’oro Veneziani. Infine, ricordando che dopo il 1284 il Ducato d’oro venne tariffato a 32 Grossi d’argento diventa possibile esprimere il valore della cartamoneta mongola in Lire Veneziane di Piccoli:
Foglio da una Medaglia di Tornesello – 0,01 Lire Venete
Foglio da un Tornesello – 0,02 Lire Venete
Foglio da un Grosso – 0,133 Lire Venete
Foglio da 2 Grossi – 0,267 Lire Venete
Foglio da 5 Grossi – 0,667 Lire Venete
Foglio da 10 Grossi – 1,333 Lire Venete
Foglio da 1 Bisante – 3 Lire Venete
Foglio da 2 Bisanti – 6 Lire Venete
Foglio da 3 Bisanti – 9 Lire Venete
Foglio da 10 Bisanti – 30 Lire Venete
Il passo successivo è cercare di dare una corrispondenza economica “moderna” a questi importi. Andrea Gloria riporta che, nella seconda metà del XIII secolo, il Comune di Padova retribuiva con la somma di 200 Lire Veneziane di Piccoli all’anno il Podestà di Arquà, nei Colli Euganei. Il Foglio da 10 Bisanti corrispondeva quindi a circa 2 mesi di retribuzione del primo magistrato di una cittadina di piccole dimensioni.
Autore articolo: Enrico Pizzo
Bibliografia:
A. Blanchet et A. Dieudonné, Manuel de Numismatique Française
Andrea Gloria, Il territorio padovano illustrato
Leonardo Frescobaldi, Viaggio in Terrasanta
Marco Polo e Rustichello da Pisa, Il Milione o Il Libro delle meraviglie del Mondo
Nicolò Papadopoli, Le monete di Venezia volume primo
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